Entrato nel nuovo secolo e nelle elementari, precisamente nel 1901, mio padre mi assunse al lavoro, come garzone muratore, nei giorni liberi e nelle vacanze estive... Il mestiere mi piaceva, e ardevo di diventare autonomo. Ci vedevo un lato etico e uno eroico...
Così Igino Giordani (24.9.1894 - 18.4.1980) si racconta all'inizio di un'avventura che visse con intensità di pensiero e ardore d'ideali (sarà chiamato "Foco"). Ebbe un suo personalissimo timbro nel battersi per grandi traguardi umani: libertà, giustizia sociale, pace (al servizio del "bisogno d'amore fra le genti", scriveva nel 1919). Per essi affrontò precisi impegni culturali e politici nella crisi del vecchio Stato liberale... segue
E' uscito da pochi giorni l'interessante volume di Fernando Venturini che analizza per primo e in maniera sistematica, come si dice nella prefazione, la storia della biblioteca della Camera dei deputati. Al capitolo 7 scrive della consulenza di Igino Giordani e del suo importante progetto di ristrutturazione e catalogazione, tra luci ed ombre. Presto la presentazione del volume.
Dall'Associazione Igino Giordani di Montecatini un impegno e una proposta
Il passaggio delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo del prossimo maggio si compie in una fase della storia del progetto europeo che da più parti viene giudicata cruciale. Dentro l’opinione pubblica domina l’idea che l’attuale configurazione politica dell’Unione Europea viva una crisi terminale rispetto alla quale si delineano atteggiamenti fra loro diversi. Da un lato vengono proposti modelli che tendono a ridurre lo spazio europeo ad un semplice luogo economico, nel quale gli Stati nazionali dovrebbero riacquisire poteri e competenze. È la linea scelta da quelle forze politiche che parlano di un’Europa dei popoli intesa come Europa di nazioni, dove i singoli stati decidono in autonomia sulla politica estera e di sicurezza. Dall’altro lato il fronte “europeista” raccoglie i partiti che fino ad oggi hanno governato il Parlamento europeo. Si tratta di una prospettiva che, pur considerando e rispettando le diversità dei vari popoli dell’Unione, mira ad ampliare la serie di competenze in carico alle Istituzioni comunitarie, soprattutto per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza, per rendere l’Europa un soggetto politico più autorevole nello scenario mondiale.
UNA CHIAMATA AI CITTADINI EUROPEI
Gli orizzonti politici che prendono forma sono tanto il segno di una crisi del progetto europeo quanto l’espressione di una incapacità di uscire da schemi culturali che nella loro sostanza restano legati ad un quadro storico ormai tramontato. La crisi che l’Unione attraversa è un’opportunità per ripensare su basi nuove un progetto politico che negli ultimi settant’anni ha garantito pace e sviluppo democratico per un continente segnato per secoli da guerre sanguinose e dalle lacerazioni prodotte dai totalitarismi. Di fronte a questo scenario è urgente una riflessione da parte dei cittadini europei che ancora faticano a sentirsi tali: è solo così che è possibile cogliere l’urgenza di dare un maggior spessore democratico alle istituzioni comunitarie e arrivare ad una democrazia europea che sia sostanziale oltre che istituzionale.
Nel gennaio del 1925 — all’avvio, secondo gli storici, della dittatura fascista — Luigi Sturzo si trova da poco in esilio, a Londra. Ciononostante, e benché alla stampa popolare sia stato messo il bavaglio, non rinuncia a esprimere il suo pensiero, libero e forte, dove e quando gli è possibile. Lo fa soprattutto scrivendo ad alcuni amici rimasti in Italia, fra i quali spicca Igino Giordani, giornalista battagliero e scrittore fecondo, uno dei suoi «più cari e intelligenti collaboratori e amici» secondo Gabriele De Rosa. Proprio nel 1925 Giordani dà alle stampe due sue opere fondamentali: il volume pubblicato da Piero Gobetti Rivolta cattolica, che si può considerare un manifesto dell’antifascismo cattolico, e la rivista «Parte Guelfa» da lui fondata insieme a Giulio Cenci.
Quest’ultima intende farsi strumento di studio e di lavoro per coinvolgere i cattolici nell’azione sociale e politica e per cooperare all’«europeizzazione della cultura»: rifiuto di ogni compromesso clerico-fascista e superamento degli egoismi nazionalistici. I due direttori si avvalgono del concetto di interdipendenza tra le nazioni e puntano agli «Stati Uniti d’Europa» con, addirittura, moderatore il Papa: un’idea curiosa e controversa, quest’ultima, spiegata con l’obiettivo della fraternità universale reso più vicino dalla «paternità viva del Pontefice». Guelfo — spiegherà Giordani nelle sue Memorie d’un cristiano ingenuo — «per noi era sinonimo di antifascista, vedendo nei fascisti i ghibellini imperialisti dell’epoca nostra, messisi a raccogliere attorno ai poteri politici anche i diritti ecclesiastici». La rivista riscuote immediatamente un successo eccezionale. Giordani avverte però i primi segnali dell’intolleranza del regime per la stampa libera e scrive a Sturzo preoccupato: «Preme la tirannide più bestiale, perché esercitata con l’arbitrio più inintelligente. [...] Quando si è governati da pazzi». Il fondatore del Partito Popolare Italiano offre allora a «Parte Guelfa» un articolo illuminato in cui spiega cos’è per lui la vera politica (sperando che a causa sua la pubblicazione non venga sequestrata). Prendendo le mosse da un discorso di Mussolini in cui il Capo del Governo legittima l’uso della violenza per fare «il maggior male ai propri nemici», Sturzo evidenzia come si giustifichino in tal modo, in politica, comportamenti contrari all’etica. Ma non deve essere così: etica e politica non possono essere ridotti a termini dicotomici e incompatibili. Al contrario, afferma, «la legge dell’amore» propugnata da 2000 anni di civiltà cristiana può anche essere una «legge politica», altrimenti «la politica, al lume del Cristianesimo, sarebbe un male». Invece la politica è per sé un bene: il far della politica è, in genere, un atto di amore per la collettività; tante volte può essere anche un dovere del cittadino. Il fare una buona o una cattiva politica, dal punto di vista soggettivo di colui che la fa, dipende dalla rettitudine dell’intenzione, dalla bontà dei fini da raggiungere e dai mezzi onesti che si impiegano all’uopo. Il successo e il vantaggio reale possono anche mancare, ma la sostanza etica della bontà di una tale politica rimane. [...] Mai come oggi l’Italia ha sofferto di tanto odio, disseminato a piene mani, insieme alla prepotenza delle fazioni e alla teorizzazione del delitto. L’articolo — intitolato Ama il prossimo tuo — sollecita l’entrata dello spirito cristiano nell’agire politico, la «proclamazione dell’amore fraterno e cristiano anche nella politica», nella quale occorre lanciare una «crociata dell’amore»: «Si può essere di diverso partito, di diverso sentire, anche sostenere le proprie tesi sul terreno o politico o economico, e pure amarsi cristianamente. Perché l’amore è anzitutto giustizia ed equità, è anche eguaglianza, è anche libertà, è rispetto degli altri diritti, è esercizio del proprio dovere, è tolleranza, è sacrificio. Tutto ciò è la sintesi etica della vita sociale».
Gennaro Piccolo ci accompagna in un viaggio nell’anima di Igino Giordani, attraverso la selezione di alcune perle spirituali tratte dalle sue più profonde meditazioni.
Bintou Konaté, musulmana, con le amiche cristiane ha trasformato il dolore in un'opportunità per aiutare la sua comunità...." class="lightTip" target="_blank" > Costa D’Avorio –...
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È uscito recentemente il nuovo libro del Copresidente dei Focolari, Jesús Morán, dal titolo: “Carisma e profezia”. In continuità con il precedente volume “Fedeltà..." class="lightTip" target="_blank" > Il tutto nel...
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